Russia: Medici o bugie? Guerra al COVID19 o alla verità?

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Ma davvero la Russia è immune nonostante le misure di distanziatura sociale siano inesistenti?

Circa 300 casi e nessun morto su 145 milioni di abitanti. E fino a qualche giorno fa i casi erano solo 93?

Con 306 casi accertati e nessun morto in un Paese da circa 145 milioni di abitanti, la Russia vanta uno dei tassi di contagi da coronavirus più bassi al mondo. Il paese più grande del mondo che ha con la Cina una frontiera terrestre di 4200 km, sembra misteriosamente quasi esente dall’infezione del coronavirus.
Merito delle misure adottate con tempestività, dicono le autorità: il confine con la Cina chiuso già il 20 febbraio e l’obbligo di quarantena per chiunque arrivasse dai Paesi toccati dalla pandemia.

Eppure i medici della Federazione raccontano un’altra realtà.
Ovviamente oltre a questi, gli oppositori e molta gente comune dubitano delle cifre ufficiali. Un ex professore dell’università di Mosca, il dissidente Valerij Solovey, parla addirittura di 150 mila contagiati con 1600 morti. Ma non ci sono prove di questa teoria.

I dubbi dei dissidenti sulle cifre ufficiali sono rafforzati dalle interviste sottobanco rilasciate dai dottori: “Noi medici costretti a mentire”.
Oppositori e gente comune mettono in dubbio i dati forniti dal governo di Putin, che ora comincia a muoversi chiudendo le frontiere

I contagi vengono camuffati come polmoniti e i tamponi sono poco accurati.

D’altronde, come classificare il numero degli infetti e delle vittime del virus è oggetto di un acceso dibattito, e non solo in Russia.

Cambiamenti nella metodologia del rilevamento delle vittime del virus, attualmente non uniformi a livello globale, possono portare a numeri molto diversi e a accuse nemmeno tante velate di truccare le statistiche.

La stessa denuncia avanzata da membri del partito di estrema destra Fratelli d’Italia alla Germania.

Fantasie complottiste alimentate da operazioni della Russia.

Siti complottisti in Italia e tutta Europa generano video e articoli in cui sobillano a credere che il virus sia prodotto di una ricerca militare americana.

Questa fantasia complottista è in assoluta negazione dei fatti riscontrati dagli studi sul genoma del virus.

Se questa teoria complottista vi suona familiare è però perchè ampiamente divulgata in un’operazione di PR ad ampio raggio storica.

Il fenomeno della disinformazione nell’attuale contesto della pandemia non è dunque un fenomeno nuovo. Questa teoria del complotto è infatti la stessa alla base dell’operazione INFEKTION, campagna di disinformazione – probabilmente la più famosa – sull’HIV/AIDS orchestrata dal KGB, il servizio di intelligence sovietico all’inizio degli anni ’80.
Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e la task force East StratCom del Servizio europeo per l’azione esterna, ripresi da vari media italiani e internazionali, oggi ci troveremmo di fronte allo stesso sforzo mirato e sistematico della Russia di diffondere disinformazione, stavolta sul coronavirus.

La Russia è infatti accusata di pubblicare in Europa notizie false sul coronavirus, con lo scopo di destabilizzare i paesi europei, seminare il panico e la sfiducia nei cittadini e rendere più difficile la gestione della pandemia. Anche stavolta l’origine del virus sarebbero i laboratori statunitensi o britannici.
Una strategia apparentemente coerente con l’uso di teorie cospirativiste da parte di canali governativi russi quali RT come uno strumento politico nel contesto della rivalità tra Russia e Occidente.

La diffusione di queste fantasie complottiste è così ad ampio raggio da essere rimbalzata anche da alcuni media iraniani legati al governo, come PressTV – un servizio di notizie in inglese e francese.

Nel paese degli Ayatollah stanno sostenendo la teoria che il coronavirus sia un’arma biologica prodotta dagli USA.

Anche in Turchia, Fatih Erbakan, un predicatore e politico islamista vicino al presidente Recep Tayyip Erdogan, ha affermato pubblicamente che il sionismo potrebbe giocare un ruolo nella diffusione del coronavirus.

In Italia, le “bufale” nostrane più disparate sul coronavirus si diffondono su diversi canali, tra cui WhatsApp: dal complottismo che vede le case farmaceutiche produttrici di vaccini come responsabili del virus ai rimedi o regimi alimentari miracolosi che donano immunità, il panorama italiano è segnato dalle numerose notizie false sulla pandemia.

Come sostiene Samuele Dominioni, dell’Osservatorio Cybersecurity dell’ISPI, quanto emerso fino ad ora fa pensare ad una operazione di (dis)informazione classica piuttosto che ad una campagna cibernetica come accaduto in altre occasioni.

Più che la destabilizatsiya (destabilizzazione) dell’Occidente, sembra sia la stabilità interna quella che interessa maggiormente al Cremlino al momento.

Alcune notizie false sul virus appaiono principalmente destinate al consumo interno, al fine di suscitare sentimenti anti-occidentali e spostare la responsabilità sull’Occidente nel caso in cui le autorità russe dovessero dimostrarsi incapaci di fermare la diffusione dell’epidemia in patria.

Tuttavia, esso non riguarderebbe dunque solo la Russia, e neanche la destabilizzazione dell’Occidente sembra essere l’obiettivo primario delle fake news riconducibili a media governativi russi.
Il comportamento del governo russo sembra piuttosto rispondere alla logica della ricerca di nemici esterni contro i quali la popolazione del paese e i suoi leader rafforzano il loro senso di identità di gruppo (la “dimensione esterna” del populismo).
Una logica utile anche nel contesto del prossimo referendum sui cambiamenti costituzionali che, se approvati come pochi dubitano, manterrebbero Putin al potere fino al 2036.

il presidente Vladimir Putin ha decretato che il virus è “sotto controllo”

Come afferma Samantha Berkhead, news editor del Moscow Times, il governo russo sta in effetti proiettando un’immagine di stabilità e controllo per i propri cittadini.

Il presidente Vladimir Putin ha affermato che il virus è “sotto controllo”. Quindi ha sollecitato i russi a non farsi prendere dal panico e a continuare la propria vita di sempre.

Ai russi che nei prossimi mesi dovranno votare sulla proposta di farlo correre per un nuovo mandato presidenziale nel 2024 (previsto per il 22 aprile, il referendum sarà probabilmente spostato) ha ricordato le prove superate dalla Russia in passato grazie a responsabilità, disciplina e solidarietà:

«qualità insostituibili che ci hanno sempre consentito di far fronte a qualsiasi difficoltà, come si usa in una grande e buona famiglia».

Allo stesso tempo, il governo sta attivamente scoraggiando le persone dall’ottenere informazioni sul virus da fonti che non siano quelle governative. Lo stesso Putin ha ripetutamente sottolineato i pericoli delle fake news sul coronavirus, contro cui Mosca starebbe combattendo anche attraverso l’Intelligenza Artificiale (AI).

Secondo Berkhead, ci sarebbe dunque una sorta di “ciclo vizioso della sfiducia”:
il governo non si fida dei cittadini e della loro capacità di cercare la verità da soli, mentre i cittadini non si fidano delle stime del governo.

 

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