APP IMMUNI di tutto di PIÙ – Oltre i dati e la privacy il nulla

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APP IMMUNI di tutto di PIU’

Oltre i dati e la privacy il nulla

In questi giorni intellettuali, giuristi e giornalisti si interrogano sulla nuova APP Immuni, la app italiana per il tracciamento del contagio da Covid-19 durante la “fase 2”.

Con un’ordinanza del 16 aprile il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri ha disposto la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la Bending Spoons spa, la società che ha progettato la APP.

Facciamo un passo avanti rispetto alla discussione e proviamo a superare tutte le questioni sulla privacy, i dati, la sicurezza e la capacità della P.A. di controllare e gestire la questione.

C’è tutta una organizzazione della quale non si sente parlare e senza la quale però la APP IMMUNI sarebbe un inutile quadratino sul nostro cellulare.

Mettiamo che io abbia aderito volontariamente e scaricato la APP e che quindi che io sia, come tutti da principio, un semaforo VERDE, cioè presumibilmente non contagiata/contagiosa.

Il mio semaforo verde incontra un semaforo ROSSO e quindi la APP IMMUNI fa scattare l’allerta che mi avverte dell’incontro ravvicinato potenzialmente pericoloso.

La stessa APP, a quel punto, dovrebbe fornire una serie di coordinate perché, fino a quel momento, almeno così dicono, la mia identità sarebbe celata e decodificata con un semplice codice alfanumerico (ID) anonimo.

Logicamente dovrei contattare tramite la App, sempre dietro mia richiesta e libera scelta, il nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN) che raccolga i miei dati e attivi i necessari servizi.

Mi verranno quindi teoricamente fornite informazioni su dove effettuare il tampone (a domicilio o presso strutture dedicate a sospetti Covid-19) e anche quando, perché, è del tutto evidente, che 24/48 ore successive all’incontro a rischio, sono il limite massimo affinché l’intera operazione abbia un senso, considerando anche che dal momento dell’avviso di allerta, attivato dalla APP io dovrei, per precauzione, rimanere a casa.

APP IMMUNI: ma dopo il tampone che mi succede?

Una volta sottoposta al tampone e ottenuto il risultato, anch’esso in tempi brevi, si aprono due scenari:

  1. Tampone negativo: il SSN dovrebbe avvertire la APP che il mio semaforo è tornato VERDE e la faccenda si chiude così fino al prossimo evento.
  2. Tampone positivo: il SSN dovrebbe avvertire la APP che il mio semaforo e diventato ROSSO e quindi attivare tutti gli altri semafori che ho incontrato laddove necessario.

Con tutta evidenza anche il mio nucleo familiare dovrebbe essere sottoposto ad accertamenti per valutare se i loro semafori siano ancora VERDI oppure ROSSI.

A quel punto io sarò chiamata a rispettare la quarantena, quella vera, cioè non uscire MAI di casa per 15gg, neppure per portare fuori la spazzatura.

Quindi un sistema di assistenza sociale dovrebbe immediatamente prendersi in carico la mia situazione per valutarne le condizioni socio-sanitarie ed economiche.

Potrei essere single e senza aiuti, potrei essere senza reddito e quindi necessitare non solo di aiuto pratico ma anche economico.

Potrei avere familiari con esigenze particolari che esigono assistenza, genitori anziani e/o disabili non autonomi dei quali il sistema dovrebbe prendersi carico durante la mia quarantena.

Potrei avere una condizione sanitaria pregressa che necessita di accertamenti e/o assistenza medica e farmaceutica specializzata.

Insomma, il territorio, nelle sue varie istituzioni ed in tutte le Regioni, dovrebbe avere una struttura assistenziale medica e sociale ben organizzata e pronta ad intervenire nei diversi scenari che si potrebbero verificare.

Ma non finisce qui il problema della gestione dell’APP IMMUNI.

L’altra fase è legata direttamente alla malattia con un continuo monitoraggio sull’insorgenza di sintomi ed eventuali interventi medici più o meno intensivi e tempestivi.  Una volta terminata la positività, con 2 tamponi negativi consecutivi, si dovrebbe attivare la ricerca, tramite i test sierologici, di una eventuale immunizzazione e la sua persistenza nel tempo, facendo diventare il mio semaforo per sempre VERDE.

Questo condurrebbe a rilevare la famosa Immunità di gregge, sia essa provvisoria o definitiva.

Tutti questi meccanismi, e molti altri ancora, sono obbligatori perché la APP IMMUNI produca risultati efficaci e raggiunga il suo unico obiettivo: tenere sotto controllo la pandemia.

Concludo affermando che fino a quando si sentirà parlare solo di IMMUNI e non dell’organizzazione di un sistema socio-sanitario esistente nel paese non ha alcun senso scaricare la APP sul proprio cellulare.

Per quanto riguarda la più dibattuta questione della privacy, che rimane poco chiara negli annunci fatti, consiglio di leggere il parere dei firmatari dell’ appello pubblicato dal sito del NEXA Center for Internet & Society https://nexa.polito.it/lettera-aperta-app-COVID19

Quando si parla di digitalizzazione e nuove tecnologie troppo spesso si guarda al software trascurando colpevolmente l’organizzazione e la finalità ultima del suo utilizzo.

Fabrizia Biondi

 

 

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